I mercati rimangono scettici perché l'aumento del prezzo del petrolio potrebbe compromettere la diminuzione dell'inflazione
Quantitative Investments
L'inflazione e i tassi d'interesse continuano a determinare il destino dell'economia. Nel frattempo, quest'anno i titoli azionari hanno avuto un andamento piuttosto positivo, grazie ai continui arretramenti dell'inflazione e all'aumento delle probabilità di soft-landing. Tuttavia, di recente i mercati azionari hanno dovuto cedere una piccola parte degli impressionanti guadagni di quest'anno, rivelando un disagio di fondo sulla traiettoria dell'inflazione e dell'economia.
L'inflazione si è costantemente ridotta in molte aree geografiche dall’inizio dell’anno (ad esempio, negli Stati Uniti l'inflazione complessiva è scesa dal 6,4 al 3,3 a luglio su base annua), le economie si sono dimostrate abbastanza resilienti grazie a consumi vivaci e a un livello basso di disoccupazione.
Tuttavia, nelle ultime settimane, i principali mercati azionari hanno subito una flessione a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime e revisioni positive della crescita Americana, rivelando segni di sfiducia nei confronti di questo processo. I prezzi del petrolio sono balzati quest'estate grazie all'estensione dei tagli alla capacità produttiva da parte dell'OPEC+, facendo salire il Brent del 16% rispetto ai minimi di giugno.
L'aumento dei prezzi del petrolio potrebbe non essere una grande notizia per tutti, ma questo nervosismo sembra un po' eccessivo. Quindi, quali sono le ragioni?
L'aumento dei prezzi delle commodity potrebbe prolungare l'attuale ciclo di rialzo dei tassi
In primo luogo, l'aumento dei prezzi delle materie prime non è solo un inconveniente per i consumatori, ma può aggiungere benzina al fuoco dell'inflazione che, in ultima analisi, potrebbe far deragliare il piano delle banche centrali di concludere il loro ciclo di rialzo dei tassi, lentamente ma inesorabilmente. La prospettiva di un nuovo e vigoroso aumento dei tassi di interesse preoccupa profondamente i mercati che hanno previsto un cambio di rotta della banca centrale nel prossimo futuro, di fatto già nel secondo trimestre del prossimo anno.
La recessione rimane una possibilità fino alla metà dell'anno prossimo
Inoltre, siamo attualmente nel bel mezzo di un'importante finestra di recessione, come abbiamo sottolineato nel nostro Global Market Outlook di agosto. A seconda dell'indicatore preso in considerazione, una recessione potrebbe verificarsi a un certo punto tra oggi e la primavera/estate del 2024. Questo perché gli effetti dei precedenti rialzi dei tassi si stanno ancora accumulando e si propagano solo lentamente nel sistema. Un'altra scomoda verità è che siamo già nel bel mezzo di una recessione del settore manifatturiero, mentre i servizi vanno avanti grazie a una domanda dei consumatori che è stata alimentata dalla politica fiscale con liquidità extra e con risparmi extra accumulati durante la pandemia. Ciò si riflette anche nei recenti dati sull'inflazione di fondo, che rivelano un CPI dei servizi sempre ostinato, che ha raggiunto un picco del 4,2% a febbraio ed è sceso solo al 3,5% finora.
Le estremità lunghe delle curve dei rendimenti riflettono l'aumento delle pressioni inflazionistiche
Infine, ma non per questo meno importante, negli ultimi mesi i mercati obbligazionari sono stati in netto disaccordo con i mercati azionari, in quanto l'elevata volatilità ha continuato a riflettere le pressioni inflazionistiche costantemente elevate e le incerte traiettorie dei tassi di interesse - aspetti sui quali i mercati azionari hanno scelto di sorvolare grazie alle performance stellari dei titoli tecnologici, in previsione di un atterraggio morbido e di una rapida riduzione dei rialzi dei tassi nel prossimo anno. Più di recente, i mercati obbligazionari hanno persino assistito a un irripidimento delle curve in molte aree geografiche, poiché l'aumento delle aspettative di crescita e quindi di potenziale inflazione a lungo termine ha spinto al rialzo le estremità più lunghe delle curve, mentre le estremità corte sono rimaste su livelli elevati. Ad esempio, il premio per l'inflazione ha fatto salire il rendimento del Treasury USA a 10 anni dal 3,75 al 4,27% nel giro di poche settimane tra luglio e metà agosto.
Questo ciclo economico è stato confuso per molti di noi, poiché le particolarità delle decisioni di politica monetaria e fiscale legate alla pandemia continuano a svelare sorprese e nuove realtà. E’ necessario partecipare alle performance azionarie per raccogliere alcuni benefici e ammortizzare gli shock futuri, ma non senza strategie di protezione dai ribassi, poiché i mercati rimangono molto sensibili a qualsiasi segnale di ripresa dell'inflazione. Le obbligazioni possono offrire rendimenti interessanti, ma non aspettatevi grandi guadagni in conto capitale fino a quando le pressioni inflazionistiche non si saranno placate.